(pag. 13)
Tra i muri ereditati da verdi rampicanti
e palazzine fresche di intonaco
è la Dama corteggiata che attende
assorta e misteriosa.
I passanti spesso non si accorgono
di lei osservando la costruzione di mattoni
chiari e regolari, solo rimangono affascinati
dalla luminosa verticalità delle pareti.
Il tempio del paese è costruito pietra
su pietra per avvicinare terra e cielo,
alcuni si fermano sul portone a intercettare le sue voci.
Ci inchiniamo entrando nel silenzio
di una notte che si illumina in pieno giorno
per darci un segno
con la certezza che questa casa
raccolta e immensa non può accogliere
solo uomini.
(pag. 14)
Con un solo movimento
solo apparentemente insensato
sconveniente allo sguardo ingabbiato
nella corsa del pilota automatico
fuoriesco dal circuito e mi immergo
nell’oscurità della notte.
A pochi passi dal cuore selvaggio
dalla grotta dell'anima, un primo passo
il secondo sicuro non è più sulla terra
ma rapito da innumerevoli lumi mi sporgo
nel disegno di immane bellezza:
c’è qualcosa che tiene assieme
il coro di tutte le stelle e il battito
solitario del mio cuore.
Puoi chiamarlo principio primo
legge universale, motore immobile
puoi non chiamarlo affatto
sempre c’è.
(da Albe, pag. 21)
Qui in questa valle
devo ritornare a volare
sentire l’aria tra i capelli
e volare sulle punte dei rami, tra le case
ma senza ali, devo vivere come un uomo
che può camminare sopra le nuvole
e incontra un angelo che si sorprende
di respirare la vita,
proprio come me.
(da Nido, pag. 39)
Se dietro questa ribalta
se
dietro queste scene dove svolgono
una ad una le attività della mia comparsa
fosse una forza invisibile allo sguardo
ma visibile alla forma dell’anima
che irradia
da un centro irraggiungibile per il qui e ora
perché apre sempre ogni possibile spazio
e avvolge ogni cosa con il primo respiro…
ecco, non mi stupirei affatto
se al termine di questo ciclo
che abbiamo chiamato così dal nostro cielo
mi trovassi ad ammirare un nuovo giorno
afferrando la luce che riappare
per la coda.
(da Rebis pag. 47)
Papà, non riesco a dormire…
Stai tranquillo, pensa alle cose belle che ti sono capitate in questi giorni.
Si, ma è difficile, a cosa devo pensare?
Pensa a quando sei uscito a giocare in giardino, c’era il cielo limpido
su di te e verso le montagne. Pensa intensamente e ritornerà un momento
felice, trascorso con i tuoi amici. Pensa a mamma e papà che ti vogliono
tanto bene, così allontani i brutti pensieri e con questa piccola luce ferma
che è dentro di te anche il buio diventa tuo amico, ora, ti accoglie
e ti senti protetto. Papà, raccontami una storia… piccola, piccola…
Va bene, poi dormi. Ti ricordi le passeggiate nell’uliveto quest’estate,
le pietre che seguivamo sul sentiero, la siepe alta, l’entrata nel labirinto…
Sì, l’abbiamo fatto tante volte, io arrivavo sempre primo…
Una volta ci siamo persi tra le mura altissime di rami e foglie,
ma poi abbiamo trovato qualcosa di prezioso, che ci era sfuggito prima,
quando cercavamo solo l’uscita…Ti ricordi?
Là in mezzo tra le pareti tutte uguali c’era una radura con una panchina
e un piccolo ulivo, ci siamo seduti sotto il cielo azzurro e il sole scintillava
scendendo dalle sue scale…
È vero, si stava così bene - ride - secondo me non siamo stati noi a trovare
la panchina, ci ha trovati lei …è magica.
Già, forse è proprio così, adesso dormi… Buona notte.
(da Rebis pag. 46)
Immagina di sentire una musica dolcissima
che sai di conoscere ma non ricordi il nome
le note continuano a girare come una ninna nanna
e ti ritrovi in un luogo lontano, attorno
si raccoglie un paesaggio, riconosci quei capelli
ondeggiare, il sorriso, il sapore di un bacio.
La melodia appoggia sull’erba poi accarezza
le case piccole, i comignoli, le nuvole.
Nel giardino di albedo potresti restare sempre
svegliarti e scoprire che il sentiero duro
di ogni giorno è la strada maestra
per incontrare lei.
(da Opera pag. 46)
Nell’eremo di Assisi, in cammino
sulle foglie consumate dal sole
un istante piccolo si è staccato
dal cerchio dell’orologio, si è posato
lieve e dorato sul principio e la fine
del tempo. È un frammento di terra
sospeso in cielo, una parola immobile
non trascinata via dal ruscello,
che non diviene senza sosta alga
tra le alghe verdi, poi narciso
che si specchia sull’ansa e risale
con ali di farfalla nell’aria un canto
a filo d’acqua, di fringuello …
È solo un pensiero, non più forte
di un raggio di luce nella notte,
di voce fioca nel fragore dell’alba,
ma è custodito con cura, il piccolo
frammento di eterno e dice che questo
istante si ripeterà uguale poi ancora
e per sempre uguale a sé stesso,
così, con un passo dell’anima.